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Dna corretto nel corpo umano, rischio errori

Malattie Rare Redazione DottNet | 15/11/2017 19:18

Dallapiccola, inappropriato l'annuncio dagli Usa

Una tecnica che "se funzionasse, si rivelerebbe rivoluzionaria, ma va detto che esiste anche un non marginale rischio di errori". Il genetista Bruno Dallapiccola evidenzia la 'portata' dell'esperimento effettuato in Usa, dove ricercatori dell'ospedale di Oakland hanno reso noto di avere provato per la prima volta a modificare i geni di una persona direttamente all'interno del suo corpo per cambiarne il Dna in modo permanente al fine di curare una malattia. Tuttavia, dall'esperto arriva anche una dura critica rispetto all'annuncio stesso del test, annuncio giudicato "inappropriato".  

"Da ricercatore - ha spiegato Dallapiccola - non sono entusiasta dell'annuncio fatto dall'ospedale Usa: è un approccio sbagliato e l'annuncio è stato inappropriato rispetto ai parametri del metodo scientifico. Un annuncio, infatti, va fatto quando si dispone di risultati acquisiti, validati e pubblicati su riviste scientifiche, ma in questo caso si tratta di una sperimentazione appena avviata ed i cui risultati si conosceranno fra 3 mesi". Ovviamente, ha auspicato, "la speranza è che la tecnica funzioni, e se così fosse si tratterebbe di un passo avanti rivoluzionario, ma va detto che esiste un rischio di errore". Infatti, "non vengono meno le perplessità legate ad una tecnologie che può comunque indurre effetti indesiderati. Il punto - ha chiarito - è che sappiamo che questa sorta di 'forbici biologiche' di cui la tecnica si avvale per 'tagliare' il dna possono, in realtà, creare delle mutazioni anche in altre parti del genoma; non sono, cioè, forbici di 'alta precisione'". 

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Dunque, avverte il genetista, "non si hanno al momento prove che tale tecnica non possa indurre degli errori secondari". Detto ciò, se la tecnica "funzionasse davvero - chiarisce Dallapiccola - si tratterebbe di una rivoluzione: infatti, ad oggi, con la terapia genica si mira a portare dentro l'organismo malato le cellule 'corrette' nel loro dna; con questo nuovo metodo, invece, un vettore, una sorta di 'robot', corregge le cellule malate dall'interno stesso dell'organismo". La sperimentazione Usa ha al momento testato il metodo su un uomo affetto da una rara malattia metabolica. Ma, sulla base di riscontri positivi, "con la nuova tecnica si potrebbero potenzialmente curare varie altre patologie come le malattie del sangue e malattie correlate ad organi bersaglio quali il fegato o il midollo osseo. Non vedo invece benefici - conclude lo specialista - per organi bersaglio quali il cervello, e dunque per le malattie collegate, poichè la barriera emato-encefalica farebbe da ostacolo all'azione del vettore per la correzione del dna delle cellule".

fonte: ansa

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